Su richiesta di Ala, Fondazione Trame e A.G.E.S.C.I.
Il 24 maggio di ogni anno la città di Lamezia Terme ricorderà tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata e della ‘ndrangheta in particolare.
Il consiglio comunale ha infatti accolto ieri all’unanimità la mozione, su proposta dell’Associazione Antiracket Lamezia Onlus (ALA), della Fondazione Trame e di A.G.E.S.C.I. Zona Reventino, con il sostegno di ARCI Servizio Civile, della Parrocchia del Carmine di Lamezia, del Masci zona Reventino e dell’Associazione Comunità Progetto Sud.
L’iter istruttorio per il riconoscimento era già stato avviato dal Commissario Prefettizio Giuseppe Priolo, con atto n° 222 del 6 ottobre scorso.
La giornata ha lo scopo di “conservare, rinnovare e costruire una memoria storica locale condivisa in difesa delle istituzioni democratiche e agire sulle nuove generazioni attraverso percorsi educativi e culturali fondati sui principi della legalità e della partecipazione civica”. Sarà l’occasione per promuovere iniziative volte alla sensibilizzazione sul valore istituzionale e sociale della lotta alle mafie e sulla memoria di tutte le sue vittime.
“Non è una pagina appartenente al passato, non si tratta di memoria a se stante – ha spiegato il Presidente del consiglio comunale Giancarlo Nicotera presentando l’istanza alla seduta – ma è memoria viva, pietra viva che cammina sulle gambe dei ragazzi, per far sentire il fiato sul collo alle mafie, da parte delle pubbliche amministrazioni e della città, perché è importante sapere da che parte stare, e come starci”.
“L’educazione alla legalità è un percorso che si intraprende fin da bambini – ha detto Gisella Ferraro, referente AGESCI che ha preso la parola nel corso del consiglio comunale – Gli scout si spendono per innescare nei giovani i valori di giustizia e partecipazione, che condividiamo con Ala e Fondazione Trame. Abbiamo deciso di schierarci in prima linea con loro, in una lotta che è di tutti noi: quella contro la mafia”.
“È lo sprono per tutti noi per riuscire a portare avanti questa battaglia del nostro territorio, per non farci abbassare mai la guardia – ha aggiunto il sindaco Paolo Mascaro – senza dimenticare cosa successe a maggio di trentuno anni fa”.
La data scelta coincide infatti con l’anniversario del tragico attentato mafioso del 24 maggio 1991 in cui persero la vita, a Lamezia Terme, due operatori ecologici dipendenti comunali, Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano: un massacro senza precedenti in Calabria, che si consumò nel silenzio delle prime ore del giorno e che non ha ancora ottenuto verità giudiziaria.
“La strage senza giustizia – hanno commentato la Fondazione Trame – rappresenta ancora oggi un attacco alla città, vivo e presente, un colpo alla democrazia mai affrontato, che grava, a 30 anni di distanza, su tutti i cittadini di Lamezia Terme, vittime dell’indolenza e dell’ignavia che, dal ‘91 ad oggi, hanno consentito la corruzione e il malaffare sul proprio territorio”.
Per le due vittime innocenti dei clan, in occasione di Trame.10 Festival dei libri sulle mafie, nel trentennale della ricorrenza, la Fondazione Trame e l’Associazione Antiracket Lamezia avevano lanciato una petizione online su change.org, ancora sottoscrivibile (qui: https://bit.ly/3BC), per chiedere la prosecuzione delle indagini.
Le stesse hanno da tempo avviato un percorso che riconosce nella memoria il monito per l’impegno contro l’indifferenza e le oppressioni della criminalità organizzata, e nella conoscenza la garanzia dei valori di giustizia, democrazia e libertà contro ogni tentativo di prevaricazione e di illegalità. Su questo solco si collocano la recente intitolazione della sala principale di Civico Trame a Lucia Precenzano – vittima lametina di un altro tremendo agguato mafioso, il 4 gennaio 1992, insieme a suo marito, il Sovrintendente di Polizia Salvatore Aversa – e tutti gli eventi e i progetti che il centro culturale propone anche nelle scuole del comprensorio, esercizi per costruire attivamente la coscienza civile di ciascuno, adulti e bambini.
La memoria, intesa come processo di comprensione e conoscenza, si concretizza a partire da quest’anno in una data che vuole diventare il segno di una città che non dimentica e non vuole piegarsi al giogo mafioso, alla cui oppressione risponde con una presa di posizione netta, con l’impegno civico, con la legalità.
Il ricordo di tutte le vittime di ‘ndrangheta altro non è che la nostra identità, e il 24 maggio diventerà l’orientamento di responsabilità per la costruzione di ciò che sarà e di ciò che saremo.