Docente del terzo incontro del laboratorio di cittadinanza e costituzione Civic-Up è il giornalista calabrese Alfredo Sprovieri

Classe 1982, nato e cresciuto a San Pietro in Guarano in provincia di Cosenza, Sprovieri si occupa di giornalismo d’inchiesta e reportage, è il direttore della rivista indipendente Mmasciata.it. è stato redattore centrale a Calabria Ora e ha scritto per Vanity Fair, Il Venerdì e la Repubblica.

Al centro della sua testimonianza di oggi, “il metodo mmasciata”. Ma di cosa si tratta?

“Eravamo ancora studenti universitari – racconta –  quando decidemmo di iniziare a incontrarci, fare quello che ci piaceva e che ancora non esisteva nel nostro paesino affacciato sulla Presila. E’ nato così un collettivo, poi una testata giornalistica.

Più siamo autentici e riconoscibili meglio andrà, ci ripetevamo”, e da qui il nome.

Noi calabresi conosciamo bene il termine, e ci fa un pò sorridere. Ma quello cui si allude è ben più profondo.

“Pensateci, il nostro è un sistema basato su ‘mmasciate” dice rivolgendosi ai ragazzi. “Noi volevamo solo raccontare la realtà, difendere la libertà di stampa e di opinione, portare sul web notizie o modi di scrivere notizie, e mettere i cittadini attivi al centro del dibattito. Era necessario come il pane”.

Lo slogan? La nostra vita è la notizia più importante. Parola chiave? Comunicare.

Se stare appresso alle veline, ai comunicati stampa, alle agenzie giornalistiche è diventata la prassi di ogni redazione, la nostra difetta in questo; se bisogna perdere parte della giornata a rispondere e dare spiegazioni a potenti di ogni tipo che minacciano querele ad ogni articolo che li riguarda è diventata la norma di ogni testata, noi difettiamo anche in questo; se recensire libri, film, concerti e eventi senza averne contezza, solo per ovvi ritorni pubblicitari e utilitaristi, è un prezzo da pagare, difettiamo anche in questo.” si legge nella descrizione del suo sito.

Seconda parola chiave: Comunitare. Cosa significa? E’ quello che avviene in questi incontri: guerriglia semiologica, per dirla alla Umberto Eco.

Terza parola chiave: Innovare. “Abbiamo creato una storm-map nel 2005, per unire luoghi e contenuti. Abbiamo realizzato un’inchiesta sui disagi dei collegamenti dai vari paesini della Calabria all’Unical: abbiamo fornito le credenziali d’accesso al sito ad una delle ragazze che viveva il disagio. Giornalmente ha raccontato la sua odissea: è stata lei stessa autrice dell’inchiesta! Il metodo ha funzionato e l’abbiamo replicato. Dal 2015 invece abbiamo dato vita ad una rete. Anzichè servirci di inviati, abbiamo pensato ad una struttura diversa: i racconti dai luoghi interessati arrivano da amici o colleghi che vivono sul posto. Infine, siamo passati dal sito ai social e prossimamente, a spotify”.

“Quello che avete fatto è bellissimo – interviene Chiara, futuro chirurgo del gruppo con la voglia di cambiare le cose – ma a 19 anni, non avevate voglia di andare fuori? Non vi chiedevate se ne valeva la pena?” – “Certo – risponde –  ma ci siamo creati quello che ci piaceva lì dove stavamo”.

E ancora, “mettere in piedi tutto questo oggi sarebbe stato più difficile?” – “Noi facevamo cose diverse, farle in altri posti d’Italia sarebbe stato più concorrenziale. La sfida era fare quello che non c’era.”

“Come vi sostenevate?” chiede Mario, appassionato di storia e futuro insegnante – “Stando insieme e discutendo, ribaltando il concetto di sostenerci”.

Le altre parole chiave individuate al termine dell’incontro dai ragazzi sono state: felicità, cambiamento (Chiara), miglioramento (Anastasia), reinventarsi (Mario), presente temporale, collettività (Emiliano)”.

Cosa ha insegnato in appena due ore un appassionato Alfredo Sprovieri a venti giovanissimi lametini affascinati dalla forza della sua esperienza?

Che un altro modo è (sempre) possibile.